Cultura

Carità, nel nome degli “scarafaggi”

La Beatle Charity raccoglie fondi all’Alpheus di Roma

di Redazione

«Lo sai chi erano i Beatles?», domandavano gli Stadio ad una immaginaria ragazzina senza memoria storica, in una canzone di qualche anno fa. La memoria di giovani e anziani ora potrà essere rinfrescata: il 23 giugno alle otto e trenta nel locale Alpheus di Roma, si svolgerà una sorta di festival beatlesiano. Presenti tutte le principali band italiane che suonano la musica dei quattro di Liverpool. Ma l?evento non è solo musicale. Si tratta infatti del primo concerto di ?BeatleCharity?, l?associazione creata dalle più importanti istituzioni del non profit italiano, in collaborazione con i Beatlesiani d?Italia, per coniugare musica e solidarietà e promuovere concerti benefici.

Loro si chiamano: Arci, Telefono azzurro, Summit della solidarietà, Agesci, Aimov. Le band Beatlesiane, invece, portano nomi che, per i cultori del genere, suonano mitici: i ?Two of Us? di Brescia guidati da Rolando Giambelli, gli ?Apple Pies?, i catanesi ?Crabs?, che hanno alle spalle una trentennale esperienza beat, e i romani Pepperland che suonano la musica dei Beatles ultima maniera.

Obiettivo finale: raccogliere fondi per opere di bene. D?altronde lo dicevano anche loro, i Beatles: ?All we need is love? che tradotto vuol dire: ?È l?amore tutto ciò che ci serve?. Gli anziani e i poveri assistiti della comunità di Sant?Egidio, in realtà, oltre all?amore hanno bisogno di soldi per potersi permettere qualche giorno di vacanza. Perciò: l?ingresso del concerto è gratuito, ma si potrà contribuire con un?offerta. Beatles Charity comunque non vuole fermarsi qui: già in agenda nuovi concerti a Macerata, Milano e Roma.

L?opinione

I promotori di BeatleCharity hanno cercato il divertimento personale, a cui però aggiungono una buona azione: e non è da escludere che ciò sarà la chiave del successo dell?iniziativa. È meno valido tutto questo dal punto di vista della cultura non profit? È chiaro che noi pensiamo di no. Viva la sincerità anzi: gli uomini di BeatleCharity amano la musica, ma perseguendo il proprio piacere essi provocano l?effetto di recare un sostegno pratico ai portatori di un bisogno sociale.
È questo che rende meno egoistica la mobilitazione in favore della loro passione. L?associazione, con lo scopo di promuovere concerti benefici, farà la sua prima uscita a Roma il 23 giugno, ma si sta preparando a riprodursi, più in piccolo nelle altre città italiane. Sono già nate le sedi di Milano, Bologna, Brescia, Macerata e Catania, presiedute da professionisti appassionati di musica e sensibili al non profit, con l?impegno di promuovere almeno un evento benefico l?anno. La logica organizzativa sarà quella del franchising ,che vuol dire autonomia e autogestione. Alla sede di Roma spetterà il coordinamento.

di Salvatore Pettinato
Fondatore della BeatleCharity

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